venerdì 23 dicembre 2011
mercoledì 21 dicembre 2011
forza maya
(-1)
Dunque mancherebbe solo un anno alla fine del mondo così come lo conosciamo, tutto ciò dovrebbe spaventare e invece penso debba essere un'attesa vissuta con un certo entusiasmo.
Perché l'ipotesi peggiore è che si tratti dell'Apocalisse ovvero che dopo non ci sarà proprio più niente da raccontare e già avere il privilegio di aver vissuto fino in fondo dovrebbe non rallegrare ma sicuramente rasserenare.
Ah riguardo alla questione Giudizio Universale, Dio, eccetera, eccetera, comunque la si pensi credo sia inutile fare qualsiasi progetto perché in realtà nessuna ha la minima idea di ... quindi naturalezza.
Se invece si tratterà di qualcosa di molto meno catastrofico ma che comunque riguarderà avvenimenti molto importanti nella storia che cambieranno le cose del mondo ad essere avvantaggiati saranno quelli con un carattere aperto e curioso, capaci di adattarsi alla nuova situazione, gli altri avranno tempo per abituarsi ma passeranno un periodo un po' giù di morale.
E poi non succede niente, ma io vorrei escludere questa possibilità, così in segno di speranza.
Dunque mancherebbe solo un anno alla fine del mondo così come lo conosciamo, tutto ciò dovrebbe spaventare e invece penso debba essere un'attesa vissuta con un certo entusiasmo.
Perché l'ipotesi peggiore è che si tratti dell'Apocalisse ovvero che dopo non ci sarà proprio più niente da raccontare e già avere il privilegio di aver vissuto fino in fondo dovrebbe non rallegrare ma sicuramente rasserenare.
Ah riguardo alla questione Giudizio Universale, Dio, eccetera, eccetera, comunque la si pensi credo sia inutile fare qualsiasi progetto perché in realtà nessuna ha la minima idea di ... quindi naturalezza.
Se invece si tratterà di qualcosa di molto meno catastrofico ma che comunque riguarderà avvenimenti molto importanti nella storia che cambieranno le cose del mondo ad essere avvantaggiati saranno quelli con un carattere aperto e curioso, capaci di adattarsi alla nuova situazione, gli altri avranno tempo per abituarsi ma passeranno un periodo un po' giù di morale.
E poi non succede niente, ma io vorrei escludere questa possibilità, così in segno di speranza.
venerdì 16 dicembre 2011
e qualcosa vorrà pur dire
(la mia collezione di dischi)
Ma veramente io non ho mai fatto collezione di dischi le uniche cose che ho provato a collezionare nella mia vita sono bottiglie di birra vuote, alcune bevute in qualche pub, molte scolate nelle varie devastazioni solitarie.
Ai dischi invece non c'ho mai fatto molto caso, ne ho comprato un bel po', però non sono mai rientrati nelle mie spese ordinarie.
I primi dei quali mi ricordo erano di quelli piccoli e neri, non erano subito i miei,li ho ereditati dopo un po'di anni, per ascoltarli usavo uno di quei marchingegni anni '70, un mangiadischi, credo di averlo consumato con due dischi in particolare: il primo era un audiodocumentario di Walter Bonatti con i versi di animali selvatici (lato A), di uccelli (lato B) e che io mi divertivo un casino a far risuonare a 45 giri essendo appunto un 33 giri (sì lo so, era piccolo ma funzionava così),l'altro invece un 45 giri con "Coccodì e Coccodà (Il gallo è morto)" di Walter Valdi (e qualcosa vorrà pur significare...) e comunque la mia infanzia musicale è stata caratterizzata tra l'ascolto inconsapevole di sinfonie, opere e operette (lato babbo) e le prime produzioni di Sdelenato Sottozero AKA Renato Zero (lato sorella).
I miei primi acquisti musicali, per così dire consapevoli, sono stati caratterizzati da una certa napoletanità non so se avete presente quelle cose come "Andamento Lento" di Tullio De Piscopo, una roba fatta da Enzo Avitabile con Afrika Bambaataa, ma soprattutto Edoardo Bennato con il live "é goal!" (il mio primo LP).
L'ultimo 45 giri che ho comprato invece è stato "Palestina" dei Nuovi Turchi, che detta così probabilmente non dice niente ma se vi dicessi che era la band di Giordano Sangiorgi? sì lui, quello del MEI.
Le mie spese di LP non sono durate molti anni, più che altro caratterizzate da acquisti postumi, in genere cantautorato italiano, cose basilari come "Fra la via Emilia e il West" di Guccini, i Live di De Andrè con la PFM, (oh! non avendo ancora la possibilità di andarci, i concerti me li ascoltavo in casa), altre cose belle ma anche robe tipo un meglio degli anni '50 risuonati dai Kim and the Cadillac che a ripensarci.
Ma come dicevo l'acquisto di Lp è durato quel tempo necessario per rendermi conto che in macchina era più comodo ascoltare della cassette e che in quelle potevo anche metterci la musica che mi pareva e lì sì che mi sono sfogato acquistando un po' di tutto senza limiti di genere o quasi, varie greatest hits tanto per andare sul sicuro, solo che adesso non avendo più uno stereo a cassette, stanno tutte chiuse dentro a degli scatoloni perchè anche l'autoradio adesso va a CD.
Ecco, io i CD li ho guardati per anni nelle vetrine dei negozi, non avevo modo di ascoltarmeli e nemmeno mi importava tantissimo farlo, quando ne ho avuto la possibilità ho provveduto a fare mia la serie "Musiche dal Mondo" edita dalla Fabbri/RCS (e anche questo qualcosa vorrà pur significare ...).
Adesso i CD sono sparsi per casa, non li ho mai catalogati e neppure contati però sono un numero giusto (che tanto poi sono sempre gli stessi qelli che si riascoltano), un po' sono i miei, un po' sono quelli di mia moglie, buona parte di tutt'e due, ultimamente quelli acquistati sono pochi, presi a qualche concerto o a qualche banchetto di etichetta indipendente, una buona parte sono "liquidi" infilati dentro a qualche cartelle file dentro al PC.
La maggioranza sono arrivati gratuitamente per posta o infilati dentro a una sporta, spesso per vaga speranza di qualcuno desideroso di essere ascoltato e scelto, qualcuno mi è stato regalato direttamente dagli stessi autori e sono quelli che conservo più vicino e in bella vista insieme a quei CD (almeno 6 per ora) nei quali c'è anche qualcosa di mio.
post scritto per un'idea di http://bastonate.wordpress.com/
mercoledì 14 dicembre 2011
non è razzismo, è campanilismo
(medioevali)
In Italia non c'è razzismo, almeno non nella versione ariana di matrice nazista così come siamo abituati a considerarlo, perchè l'italiano non si sente antropologicamente superiore a qualcun'altro, all'italiano sta epidermicamente antipatico qualcun'altro.
Questa cosa non è possibile definirla nel termine di razzismo anche volendolo considerare in un'accezione amplificata comprendente tutti gli ismi fobici che possono venire in mente.
Certamente esistono soggetti, anche da queste parti, dai comportamenti palesemente e indistintamente razzisti, ma si tratta tutto sommato di una percentuale minoritaria.
Nella media generica il razzismo all'italiana è campanilismo, infatti non è diretto verso "un'altro" dal quale ci si sente superiori, è rivolto a "un'altro" dal quale ci si sente diversi e conseguentemente migliori.
La nostra antipatia non è necessariamente rivolta verso qualcuno lontano culturalmente dalle nostre abitudine, può essere tranquillamente rivolta a qualcuno che sta di là dal fiume e questo senza alcun motivo, semplicemente perchè così vuole la tradizione.
Un'abitudine che ci portiamo dietro da secoli, quando il nemico era l'abitante della città a pochi chilometri di distanza (se non quello del quartiere accanto), un modo di pensare a cui da un lato ha certamente contribuito una Chiesa secolarizzata e dall'altro non è riuscita a fare da argine sufficiente un ideale socialista.
Nella versione sana, questo campanilismo, rimane moda e goliardia spesso limitata in un tempo e in uno spazio ben definiti, in quella malata degenera irrimediabilmente.
lunedì 5 dicembre 2011
organizzare costa
(caro musicista)
Ogni tanto si sente qualche musicista lamentarsi del fatto che non gli viene riconosciuto un
adeguato compenso economico da parte di chi gli offre la possibilità
di suonare, per farlo si citano i numerosi costi e i numerosi
sacrifici che un musicista deve affrontare, tutto giusto, fino a un certo punto.
Sì è giusto perché una prestazione
artistica merita di essere riconosciuta anche attraverso l'esborso di
una quota in denaro, però questa quota deve essere per forza
definita su basi fantasiose o potrebbe essere definita secondo un
criterio stabilito in maniera inequivocabile, ovvero tramite una
sorta di tabella a cui poter fare riferimento?
Ad esempio: se si tratta di un
musicista professionista (ovvero che ha fatto un percorso di studio
musicale, ha fatto di questo il suo mestiere e ha ricevuto
riconoscimenti che attestano la sua qualità come musicista) merita
di essere ricompensato in maniera adeguata così come vengono
ricompensati i professionisti di qualsiasi altro mestiere.
Se si tratta di qualcuno che ha scelto
di suonare solo per passione (cioè svolge abitualmente altro) dovrebbe
essergli riconosciuto un compenso limitato, coerentemente stabilito
sulla base di ciò che è la qualità della sua esibizione.
Dovrebbe in pratica essere stabilità
una cifra per ogni ora di esibizione, che deve essere adeguata alla
qualità che il musicista è in gradi di offrire (vediamo poi come),
eventualmente potrebbe essere definita anche una cifra rapportata ai
chilometri percorsi per raggiungere il luogo del concerto (il
rimborso delle spese di viaggio), sicuramente dovrebbe esserci un
diverso riconoscimento economico tra chi è veramente un artista
(ovvero è in grado di proporre musica propria) e chi è
semplicemente un artigiano della musica (ovvero ripete ed esegue
esclusivamente musiche create da altri).
Per definire la qualità di un
musicista dilettante (anche se sarebbe bello poter usare un termine
migliore così come si fa con chi recita per passione, cioè
filodrammatico) l'unico criterio su cui ci si può basare sono i
riconoscimenti ricevuti.
Si dovrebbe dunque fare riferimento
alle recensioni dei dischi prodotti (raro a certi livelli ma non da
escludere), sulla capacità e sull'abitudine di attrarre del pubblico ai
propri concerti (è un criterio indefinibile in maniera univoca ma si
può ben sapere se un musicista ha del giro oppure non lo ha) e
soprattutto si dovrebbero prendere in considerazione i piazzamenti e i premi ottenuti attraverso la partecipazione ai concorsi musicali (che
spesso è l'unico criterio per definire chi è bravo a suonare e chi
non lo è).
Chiaramente ha la sua importanza anche
il valore del concorso musicale al quale si partecipa, perché se in
giuria ci sta il parroco, il maresciallo e la parrucchiera non è
mica uguale a come quando in giuria c'è un critico musicale, un musicista e un organizzatore di eventi culturali.
Per un musicista alle prime armi o che
vuole aumentare il suo valore artistico, partecipare a dei concorsi
musicali ovvero essere disposto a mettersi in gioco, a confrontarsi
con altri musicisti dovrebbe essere una logica opzione e per questo,
essendo una sua libera scelta, non dovrebbe pretendere soldi ma solo
un trattamento serio e rispettoso.
Quindi un concorso musicale, che va
ricordato è spesso inserito nel contesto di un festival (che in
quanto festival converge in se vari aspetti che esulano da quello
strettamente musicale), ha un importanza vitale per i musicisti ma
soprattutto lo ha per la musica perché permette di far emergere e
scoprire il talento.
Per assurdo viene da pensare,
considerando che a organizzare un concorso musicale sono quasi sempre
dei volontari, (ovvero persone che lo fanno solo per passione), che
si trovano ad affrontare numerose difficoltà fatte di burocrazia,
costi, sacrifici, ecc..., che alla stessa maniera per cui anche i
musicisti dilettanti pretendono di ricevere un compenso per il
servizio che offrono, un compenso dovrebbe essere elargito anche a
chi permette a quel servizio di essere svolto.
Ovviamente, con lo stesso criterio,
elargito in una quantità adeguata alla qualità dell'opportunità
offerta.
domenica 4 dicembre 2011
oggi non è un giorno qualsiasi
venerdì 2 dicembre 2011
oggi posto un post che non è mio
(ma è anche mio)
detinazione: La Musica nelle Aie - Castel Raniero Folk Festival 2012
Quando si è abituati a raggiungere un posto solitamente, si percorre sempre la stessa strada ma a volte può capitare che questa sia interrotta per qualche motivo, oppure può succedere che si decida di passare da un’altra parte per curiosità.
A noi di musicanelleaie per raggiungere Castel Raniero Folk Festival 2012 è venuta voglia di cambiare un po’ strada, ma non tutta perché le vie che abbiamo percorso fino adesso sono ancora quelle che ci piacciono di più solamente che a volte basta cambiare lato del marciapiede oppure attraversare in un punto piuttosto che in un altro per vedere le prospettive cambiare.
Per farlo ci siamo cambiati d’abito, indossando un http://www.musicanelleaie.it più semplice e comodo, perché a noi piace poter ballare nei campi senza preoccuparci se ci si sporca un po’, così come fanno i bambini.
Nel programmare il percorso da fare, ma soprattutto per trovare la miglior compagnia possibile con cui trascorrere il secondo fine settimana di maggio, abbiamo previsto di fare una sosta un po’ prima del solito, perché vogliamo scegliere bene la musica e mettere il meglio che c’è in un cd compilation, ma per essere sicuri di non lasciare degli spazi vuoti chiederemo un piccolo sacrificio che sarà ricompensato adeguatamente sia dall’esperienza che siamo già sicuri sarà indimenticabile sia dalla possibilità di ambire a ben 3 Premi.
Il Premio che gli anni passati era il più importante e decretava il vincitore di Musica nelle Aie si trasformerà in un più specifico Premio della Critica, mentre il Premio del Pubblico acquisterà maggiore importanza, infatti il confronto tra le classifiche che serviranno per assegnare i due premi decreterà il vincitore assoluto che conquisterà ilPremio Musica nelle Aie.
ps. per rimanere aggiornati sulle attività proposte e promosse da La Musica nelle Aie siete invitati a iscrivervi al nostro Blog http://lamusicanelleaie.wordpress.com/ riceverete un’email ogni volta che verrà inserito un nuovo post.
Potrete ovviamente seguirci anche sulla nostra pagina Facebook La Musica nelle Aie e diventare followers di @musicanelleaie su Twitter.
Potrete ovviamente seguirci anche sulla nostra pagina Facebook La Musica nelle Aie e diventare followers di @musicanelleaie su Twitter.
l'originale su http://lamusicanelleaie.wordpress.com/
giovedì 1 dicembre 2011
mercoledì 30 novembre 2011
ancora tu
(non dovevamo vederci più?)
Ecco ci siamo, Splinder mi comunica
ufficialmente che chiude, anche se io con loro avevo chiuso già mesi
fa
http://xcosedellaldomondo.splinder.com/post/21411796/auf-wiedersehen-goodbye.
Per questo l'idea di dover redirectare quel blog da un'altra parte
non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello, a che scopo
creare un'altro blog parallelo a questo, un blog tra l'altro già
morto e tenuto in formaldeide solo come testimonianza storica u po'
come lo è l'antenato http://ilnovello.myblog.it/
per non parlare di altre presenza nel web che nemmeno io ricordo
bene.
Che fare dunque per non perdere
completamente più di due anni di post? Probabilmente mi limiterò a
salvarmeli da qualche parte un po' come si conservano certi ricordi
di quando si era bambini, chiusi in uno scatolone giù in cantina.
Voi se proprio volete sapere cosa
scrissi dal 4 luglio 2007 al 30 settembre 2009 avete tempo fino al 31
gennaio 2012 per visitare http://xcosedellaldomondo.splinder.com/
domenica 20 novembre 2011
giovedì 10 novembre 2011
martedì 8 novembre 2011
L'è una sera d'inveran mo a me un pé istè.
circa un anno fa dopo aver partecipato da comparsa a questo video scrissi questa roba qua http://cosedellaldomondo.blogspot.com/2010/12/sera-d-nuvembar.html.
Ed ecco finalmente il video di "sera ad nuvembar", io posso affermare che di inventato, sceneggiato, costruito non c'è praticamente niente, quello che si vede è quello che succede e si prova a ogni concerto dei Radìs.
"è una sera d'inverno ma a me sembra estate"
lunedì 7 novembre 2011
ma poi
(scegliere la storia)
A dir la verità non è molto
importante se si dimette o non si dimette, se avrà la fiducia o non
avrà la fiducia, se si vota tra poco o passerà ancora un po' di
tempo, quello che è importante è sopratutto il poi.
Perché se poi continuerà a fare
politica potrebbe essere il ripetersi di una storia che già
conosciamo, specie se verrà a mancare quel coraggio necessario a un
vero cambiamento.
Ma se smette allora si tratterà di una
storia tutta nuova da vivere e nelle storie nuove non si sa mai come si andrà a finire.
domenica 6 novembre 2011
arbre magique
(ecoblog)
da oggi questo blog è diventato anche
ecologico, infatti qui a fianco ho aggiunto un nuovo banner (quello
tondo con l'albero verde), di cosa si tratta?
Si tratta di un'iniziativa promossa da
http://www.doveconviene.it/co2neutral/
che ho scoperto quasi per caso visitando
http://www.lasinoeilfiore.it/,
in pratica si basa sul principio per il quale ogni clic su questo sito può
produrre circa 0,02 g di CO2 e alla lunga (anche se in realtà questo
blog non sembra produrre grossi numeri...) questo non fa bene ne a
noi ne al pianeta, però è sufficiente un albero per neutralizzare
tutta questa anidride carbonica per almeno 50 anni.
Con questo gesto simbolico faccio
piantare un albero che servirà per limitare i danni del mio e anche
di qualche altro blog o sito e mi fa piacere constatare che ciò sia
capitato in maniera così opportuna, ora che il problema ecologico è
tornato prepotentemente alla ribalta della cronaca dopo che per lungo
tempo era finito nel dimenticatoio soprattutto del dibattito
politico-istituzionale.
Sembra che la possibilità di un
ritorno delle istanze verdi possa prendere nuova vita e se all'ormai
rodata SEL da una parte e M5S da un'altra si aggiungerà una
componente come quella avviata da
http://www.ecologistiecivici.it/
penso che si potrà stare meglio e avere qualche speranza in più sul
futuro.
sabato 5 novembre 2011
come Pierino
(dittatura fai da te)
credo sia capitato un po' a tutti
quelli che si interessano di politica, compresi quello che lo fanno
di mestiere, immaginare di poter cambiare le cose da soli
trasformandosi per un attimo nel Pierino Brunelli della situazione,
ovvero nella figura di un dittatore da macchietta in verità incapace
di agire in tal senso.
Forse perché la forma di governo
migliore è la dittatura, ma solo quella in cui
ognuno di noi è il dittatore e d'altra parte la storia insegna che i
grandi cambiamenti spesso sono avvenuti tramite un colpo di stato o
per la rivoluzione che prima o poi ne è succeduta.
In questo periodo particolare si sente
spesso parlare di cambiare la legge elettorale, di abolire le
province, di eliminare i privilegi del fare politica, ma mi chiedo se
tutte queste cose sono veramente necessarie o è piuttosto
auspicabile un diverso modo di considerare il fare politica.
Penso infatti che i problemi non stiano
nelle cose ma nelle persone, perché se queste ultime sono incapaci o
abusano del ruolo che ricoprono riescono a essere dannose con
qualsiasi legge elettorale, fermo restando che solo una legge
elettorale dove si dia un'ampia e libera possibilità di scelta
all'elettore darebbe più garanzie, come credo che la politica debba
essere innanzitutto servizio e per esserlo pienamente deve operare
vicino alla gente per cui piuttosto che abolire le province sarebbe
più sensato abolire le regioni, quanto ai privilegi, quella è tutta
un'altra storia risolvibile solo tramite una singola e comune presa
di coscienza che coinvolga eletti ed elettori.
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