domenica 23 ottobre 2011
martedì 18 ottobre 2011
7 anni
(di blog)
7 anni di "Cose dell'Aldo mondo" su 3 diverse piattaforme (per necessità e per scelta), 748 post ( a maggioranza completamente originali!) in 2556 giorni (praticamente un post ogni 3 giorni e mezzo), svariati argomenti trattati (però con pochi commenti) non tantissime visite (ma sufficienti per stare nella "colonna di sinistra" delle classifiche sui blog) e tutto sommato un bellissimo passatempo.
7 anni di "Cose dell'Aldo mondo" su 3 diverse piattaforme (per necessità e per scelta), 748 post ( a maggioranza completamente originali!) in 2556 giorni (praticamente un post ogni 3 giorni e mezzo), svariati argomenti trattati (però con pochi commenti) non tantissime visite (ma sufficienti per stare nella "colonna di sinistra" delle classifiche sui blog) e tutto sommato un bellissimo passatempo.
lunedì 17 ottobre 2011
fottuta velocità
(ciò che manca è la resistenza)
mettere
insieme dei pensieri per costruire un discorso sensato non è mai
facile quando questi pensieri sono tanti e anche un po' contrastanti
tra loro come quelli che si possono generare dopo episodi come quelli
del 15 ottobre a Roma, il rischio è quello di far di tutta l'erba un
fascio o di perdersi in “sìmaperò” altrettanto deleteri, ciò
che è certo è che la responsabilità di tutto questo non è da
cercare nei singoli o nelle situazioni circostanziate, la
responsabilità sta oltre e sta dentro ognuno di noi, è nell'epoca e
nella cultura che viviamo quotidianamente, quella della velocità.
Ciò che
ci sta fregando è il tutto e subito è l'abitudine a frequentare i
supermercati dove in poche decine di metri trovi tutto l'occorrente
per fare una spesa che una volta toccava fare almeno il giro del
quartiere e a ogni bottega bisognava aspettare il proprio turno prima
di poter essere serviti, è la moda del fast food, del self-service,
ovvero del contrario di tutto ciò che vuol dire sedersi comodi,
aspettare e gustare con calma, è sapere che un film appena uscito
nelle sale cinematografiche domani te lo puoi già vedere comodo dal
tuo divano di casa perché è già uscito il dvd o lo danno già in
tv, è quella cosa per cui ogni marchingegno che compri diventa già
vecchio che non hai avuto ancora il tempo per imparare a usarlo ed è
incompatibile, e tu diventi incompatibile, con ciò che gira attorno.
Ciò che
ci sta fregando è vivere in un'epoca in cui la cultura predominante
è quella del non saper attendere, è quella che per cui ci si stufa
presto delle cose, specie se queste non producono i risultati sperati
nell'immediato; certo è un modo di vivere a cui ormai siamo assuefatti, che ci piace perché
è comodo (già...comodità... altra cosa che ci sta fregando) e
allora succede che anche nelle cose meno materiali questa mania della
velocità, del tutto e subito, del non poter attendere, del cambiamento rapido prende il
sopravvento, quindi si cambia nome ai partiti, si cambia nome ai
movimenti, quasi vergognandosi di ciò che si era e sostanzialmente
si è ancora, si agisce di fretta, non ci si guarda attorno, non ci
si guarda dentro, si colpisce e si scappa, senza aspettare, incapaci ormai della pur minima resistenza.
Resistenza,
si chiamava Resistenza una sessantina di anni perché non è stata
fatta con velocità, non è stato un gesto rapido, uno sforzo
improvviso, lo scoppio di un petardo, è stata rinuncia, metodo, costanza, è stata pazienza che
non vuol dire stare immobili e inermi ma vuol dire scegliere la strada da percorrere e camminare senza fermarsi mai.
mercoledì 12 ottobre 2011
ma che cultura?
(a fajence)
(post originale del 14/3/11 che torna a bomba in questi giorni)
Quando la cultura eccede nell'onanismo è un fallimento.
(post originale del 14/3/11 che torna a bomba in questi giorni)
Quando la cultura eccede nell'onanismo è un fallimento.
Trovo che questo sia il risultato di certe situazioni di mia conoscenza che da almeno cinque anni, si riempiono la bocca del termine cultura alternandolo con altri vocaboli quali arte o contemporaneità.
Sia ben chiaro, l'idea di base è ottima e anche coloro che si sono assunti il ruolo di promotori hanno (avrebbero) tutte le carte in regola, ma ritengo che a questo punto invece di continuare a raccontarsele sia giunto il momento di tirare le somme e sinceramente io non ho visto e non vedo dei grandi risultati.
Credo che si sia voluto puntare troppo in alto, scegliendo percorsi invisibili e incomprensibili alla gente, la quale purtroppo nuota in un livello culturale piatto e molto basso.
Con ciò non voglio dire che ci si dovrebbe adattare a questa melma però sono convinto che esistano ben altri modi di fare cultura per elevare e smuovere il livello culturale anche di chi apparentemente appare alieno al riguardo.
Non è la gente che deve andare verso la cultura ma la cultura che deve andare incontro alla gente e la gente checchè se ne dica ne ha sete, però è necessario che le si faccia notare che ciò che le viene offerto è potabile e dissetante e non un intruglio che anche l'occhio tende a rifiutare.
L'esempio non mancherebbe e guarda caso è quello che relativamente al tam tam promozionale e al supporto finanziario è quello che muove più gente e non riceve critiche.
martedì 11 ottobre 2011
del porco non si butta via niente
(poesia in ritmo di valzer)
si buttano stelle filanti e coriandoli
nei giorni di festa dai carri allegorici
si buttano riso e fiori agli sposi
si buttano riso e fiori agli sposi
si butta la pasta che bolle già l'acqua
e un poco di sale per insaporirla
si butta lo sguardo a una bella vista
si butta lo sguardo a una bella vista
si buttan monete nel pozzo profondo
per un desiderio che è sempre lo stesso
si mangia la polpa si butta via il resto
si mangia la polpa si butta via il resto
si butta via il rusco maleodorante
si butta lontano quel suo odore fetente
ma del porco non si butta via niente
ma del porco non si butta via niente
si buttano stelle filanti e coriandoli
nei giorni di festa dai carri allegorici
si buttano riso e fiori agli sposi
si buttano riso e fiori agli sposi
si butta la pasta che bolle già l'acqua
e un poco di sale per insaporirla
si butta lo sguardo a una bella vista
si butta lo sguardo a una bella vista
si buttan monete nel pozzo profondo
per un desiderio che è sempre lo stesso
si mangia la polpa si butta via il resto
si mangia la polpa si butta via il resto
si butta via il rusco maleodorante
si butta lontano quel suo odore fetente
ma del porco non si butta via niente
ma del porco non si butta via niente
lunedì 10 ottobre 2011
l'agrimetropoli
(terra
di passaggio e di frontiera)
In
questi giorni mi sono dilettato nella lettura di un libro molto
interessante: Vocabolario Etimologico Romagnolo, un' occasione per
scoprire da dove derivano molte parole ascoltate e parlate fin
dall'infanzia.
La
lettura, oltre a soddisfare questa mia curiosità mi ha permesso di
prendere ulteriore coscienza che i confini in fondo non sono altro
che linee esistenti solo sulle cartine geografiche, illusorie pareti
nella testa di alcuni e che le parole più delle persone viaggiano,
si trasformano e si adattano a tutti i luoghi in cui abitano.
In
Romagna, il dialetto locale ha subito influenze a 360° e se una
stragrande maggioranza di termini ha origini latine, lascito
dell'impero romano, non sfuggono i tanti vocaboli ereditati dai
popoli nordici che hanno abitato questo territorio.
Ritenendo prevedibile che anche il dialetto romagnolo, durante i secoli si sia
arricchito di terminologie la cui provenienza è da collocare in
lingue straniere ma pur sempre europee non si può rimanere
indifferenti nello scoprire che ci sono parole che traggono origine
da idiomi più esotici come l'ebraico o l'arabo.
Tuttavia,
riflettendo un attimo, credo non sia così sorprendente, infatti la
Romagna da sempre può essere definita come una terra di passaggio e
di frontiera, in cui multiculturalità e radici popolari hanno
convissuto, convivono e conviveranno soprattutto grazie alle due
linee urbanizzate costituite dalla riviera adriatica e dalla via
Emilia, diramandosi poi verso le valli appenniniche e le terre
coltivate della pianura padana, rendendo sostanzialmente la Romagna
non come alcuni sostengono una regione o una provincia il cui
perimetro è definibile con una certa precisione ma come una sorta di metropoli
(perciò illimitabile) non troppo dissimile ad altre sparse per il
mondo e comunemente riconosciute, ma che
per il suo indissolubile legame con la cultura contadina è più
sensato definire “agrimetropoli”.
venerdì 7 ottobre 2011
giovedì 6 ottobre 2011
di' qualcosa!
(il silenzio assordante della massa)
Quando succedono eventi di cui tutti
parlano, mi trovo sempre davanti all'indecisione tra l'unirmi al
gregge di coloro che si omologano all'argomento, distinguermi
parzialmente vestendo la lana della pecora nera che ne parla ma in
maniera diversa, oppure scegliere la strada del silenzio ovvero
quella di chi rischia la figura di colui che non coglie l'attimo.
Frequentando da alcuni anni la grande
città dei Blog e dei Social Network, mi sono reso conto che in certe
giornate i cittadini che la abitano non abbiano nulla da dire oltre
ciò che ha già detto il vicino o il vicino del vicino e non
capisco se lo fanno perché non hanno idee o se è per sentirsi parte
di qualcosa.
Io capisco chi sente il bisogno di
essere parte di qualcosa, l'appartenenza è forse il primo tra i
bisogni ancestrali dell'Uomo, però io ho la predilezione per coloro
che specie in certe occasioni sono capaci di originalità, per quelli
che non taciono ma sono capaci di dire nuove cose, altre cose, per
quella sparuta minoranza spesso ignorata dalla massa.
sabato 1 ottobre 2011
lunedì 26 settembre 2011
tutto molto bello
(Supersound)
questo è stato un week-end pieno di
cose da fare e da vedere ma soprattutto da ascoltare, tre giorni trascorsi tra tanta gente che aveva voglia di contribuire a
una festa collettiva, sì perché se il vecchio MEI emarginato ai
margini della città e nel freddo invernale di novembre veniva visto
con fare sospetto da molti, questo nuovo nato, questo Supersound, è
stato capace di andare incontro alla gente comune coinvolgendola in
quel caos organizzato che alla fine è l'unica maniera per
accontentare tutti quelli che desiderano vivere delle esperienza
nuove e positive.
Per quel che mi riguarda sono state delle giornate che sono passate via lisce, senza alcun contrasto o tensione,
ciò che doveva accadere è successo ed è stato un successo, le
persone che ho incontrato mi hanno fatto stare bene e il resto è
stato veramente tutto molto bello.
martedì 20 settembre 2011
troll e vampiri
(vade retro)
Al mondo esistono due tipi di persone con cui preferisco non avere nulla a che fare:
i primi sono i troll che con la loro volgarità e il loro fare indisponente creano nel contesto che frequentano un tanfo di negatività nocivo per chi ha ben altro stile di vita, i secondi sono i vampiri, esseri che mostrandosi dietro una maschera di simpatia e gentilezza, succhiano energia sputando negatività.
La differenza tra i troll e i vampiri è che dei primi si sente l'odore a distanza, sono riconoscibili da tutti, sono lenti e facili da evitare, mentre i secondi invece si riescono a scoprire solo dopo che hanno già cominciato a succhiare l'energia e a quel punto è molto difficile sfuggire, molti si fanno annientare completamente pochi sono in grado di riconoscerli e il più delle volte l'unica salvezza è "il suicidio".
Al mondo esistono due tipi di persone con cui preferisco non avere nulla a che fare:
i primi sono i troll che con la loro volgarità e il loro fare indisponente creano nel contesto che frequentano un tanfo di negatività nocivo per chi ha ben altro stile di vita, i secondi sono i vampiri, esseri che mostrandosi dietro una maschera di simpatia e gentilezza, succhiano energia sputando negatività.
La differenza tra i troll e i vampiri è che dei primi si sente l'odore a distanza, sono riconoscibili da tutti, sono lenti e facili da evitare, mentre i secondi invece si riescono a scoprire solo dopo che hanno già cominciato a succhiare l'energia e a quel punto è molto difficile sfuggire, molti si fanno annientare completamente pochi sono in grado di riconoscerli e il più delle volte l'unica salvezza è "il suicidio".
venerdì 2 settembre 2011
settembre
(come back september)
Settembre non è un mese come gli altri dodici, settembre non lascia indifferenti, non può lasciare indifferenti, settembre o si odia o si ama, senza mezze misure, settembre è la fine e settembre è l'inizio, settembre è morte e settembre è vita, settembre è una linea di confine, settembre è un prima e un dopo, settembre è un capodanno fuori stagione, settembre fa impressione e d'altronde è feroce.
Settembre non è un mese come gli altri dodici, settembre non lascia indifferenti, non può lasciare indifferenti, settembre o si odia o si ama, senza mezze misure, settembre è la fine e settembre è l'inizio, settembre è morte e settembre è vita, settembre è una linea di confine, settembre è un prima e un dopo, settembre è un capodanno fuori stagione, settembre fa impressione e d'altronde è feroce.
giovedì 1 settembre 2011
ecco perchè a volte preferisco tacere
(incubi che si ricordano)

esprimersi in modo sincero e deciso e ritrovarsi tutto il mondo contro
lunedì 22 agosto 2011
pensieri sudati
(a caldo e non a caso)
Amicizia è una parola importante che non andrebbe sprecata per tutte le persone con cui ci si rapporta, bisognerebbe usarla solo con quelle con cui ci si conosce nel profondo, con quelle con cui ci si abbraccia, con quelle con cui ci si confida, per tutte le altre bisognerebbe usare altri termini.
Saper "parlare" è un grande dono, ma essere capaci di "ascoltare" lo è molto di più perchè vuol dire essere liberi da ogni preconcetto e pregiudizio.
Utile è la mano libera di agitarsi, toccare o restare ferma, indispensabile è il cuore costretto a pulsare sempre allo stesso modo.
Amicizia è una parola importante che non andrebbe sprecata per tutte le persone con cui ci si rapporta, bisognerebbe usarla solo con quelle con cui ci si conosce nel profondo, con quelle con cui ci si abbraccia, con quelle con cui ci si confida, per tutte le altre bisognerebbe usare altri termini.
Saper "parlare" è un grande dono, ma essere capaci di "ascoltare" lo è molto di più perchè vuol dire essere liberi da ogni preconcetto e pregiudizio.
Utile è la mano libera di agitarsi, toccare o restare ferma, indispensabile è il cuore costretto a pulsare sempre allo stesso modo.
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