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giovedì 21 marzo 2013

e viaz


(38)


La mattina presto Julius si incamminò di buona lena verso la scuola, vestito come cavolo gli pareva e n maniera più eccentrica del solito dato che, non avendo più i suoi vestiti, indossava una felpa di Arlot di almeno quattro taglie più grandi, una felpa a righe orizzontali bianche e blu con la faccia di un maiale urlante.
Tra le mani teneva un parallelepipedo in tutto e per tutto rassomigliante a un Nero, solo che non era un Nero e la sua ombra camminava parallela due più grandi quelle di Aziz e di Arlot.
Entrarono tutti e tre dal cancello della scuola, decisamente convinti ad entrare in classe, scattò l'allarme immediato e una schiera di U.P.N.D. Provò a sbarrargli il percorso, furono tutti spostati con delicata energia chi a destra chi a sinistra per mano di Aziz o di Arlot a seconda dei casi, qualche U.P.N.D ci rimise qualche valvola e piccoli murloni.
La classe era ancora vuota, Julius si sedetta al suo banco, Aziz e Arlot in piedi appoggiati al muro dietro la cattedra come due sentinelle a guardia del palazzo reale.
Al suono della campanella cominciarono ad entrare in fila indiana, come in una catena di montaggio gli alunni diligentemente vestiti secondo i canoni vigenti, uno ad uno presero possesso del proprio banco, quando tutti furono a posto, dietro alla cattedra comincio a materializzarsi l'ologramma della Professoressa Gambottini, oggi vestita con un austero tailleur verde british.
Alla sua completa apparizione tutti gli alunni, Julius compreso, scattarono nell'ossequioso saluto e nell'istante immediatamente successivo, Arlot si esibì in uno dei suoi tonanti rutti da campione destando così dal torpore tutti gli alunni della classe che prima con una lieve incurvatura delle labbra, poi con risate via via sempre più fragorose ruppero l'ordine prestabilito.

mercoledì 23 gennaio 2013

e viaz

(37)


Le cose per Julius si misero decisamente male fin dal suo ingresso in classe, l'unico banco rimasto libero era in primissima fila. quello attaccato alla cattedra a bella vista dei professori e di tutti gli altri studenti, l'unico tra l'altro non accoppiato, solitaria struttura di formica, truciolato e ferro in quella terra di nessuno che era il campo di battaglia nelle guerra tra professori e alunni.
La prima ora di lezione fu tenuta dalla Professoressa Gambottini un ologramma di statura bassa e corporatura decisamente anoressica, occhiali da vista calati su un naso aquilino, due ampi pendenti a ornare le orecchie, tailleur color crema rancida, calze a rete e tacchi a spillo che a stento servivano a dissimulare la scarsa altezza, per il resto la Professoressa Gambottini si distingueva per la voce stridula e la tipica stronzaggine con cui teneva in riga intere classi, spesso contemporaneamente.
Grammatica, storia, geografia erano le materie che insegnava la Professoressa Gambottini, appena apparve sulla poltrona dietro la cattedra tutti gli scolari scattarono in piedi in un tripudio di “Buongiorno Professoressa”, solo Julius fece appena un gesto con la mano accompagnato da un tiepido “Ciao Prof”, per questo si prese la prima nota sul registro di classe, dopo appena dieci secondi di scuola.
La seconda nota arrivò quando fu l'ora, per ogni alunno, di mettere mano al proprio nero, per cominciare a scrivere il dettato, ovviamente tutti all'unisono come un plotone militare alla parata della festa nazionale estrassero i loro Nero con la sinistra e in punta di indice cominciarono a trascrivere ciò che l'ologramma della Gambottini emetteva.
Julius rimase con le mani in mano guardandosi attorno.
L'ologramma della Professoressa prese una strana colorazione, dopo poco sparì.
Immediatamente apparirono a circondare tutta l'aula una schiera di U.P.N.D. Con scope d'ordinanza pronte all'uso e abuso contro chiunque intendesse alzarsi dal banco.
Senza farlo apposta l'unico che ebbe quell'istinto suicida fu Julius, l'unico perché gli altri erano completamente alienati davanti ai reciproci Nero, quella cosa oltre a costargli una sagginata sulla schiena gli costò la terza nota e l'espulsione immediata dalla scuola.
Quella sera stessa mentre Julius fu invitato ad andare sotto le coperte dopo carosello, ci fu una riunione di famiglia tra Pavol, Aziz e Arlot, riunione che si concluse a notte fonda nel laboratorio del Signor Budellazzi.