Qualche giorno fa ho partecipato alla prima serate di Padiglione Estate organizzato da e al Museo Carlo Zauli di Faenza, per l'occasione ere un incontro tra organizzatori di eventi culturali con grande afflusso di pubblico e a raccontare la propria esperienza era presente La Musica nelle Aie, L'Arena delle Balle di Paglia, Cinema Divino e La Cena Itinerante nel Distretto A, progetti che hanno saputo coniugare cultura e territorio effettuando un vero e proprio audience development. Ciò che mi è scaturito riguardo a questo incontro è stato quello di chiedermi quale relazione ci può essere tra questi eventi e il territorio in cui si svolgono, ovvero sono possibili al di fuori della Romagna? Perché? Alla prima domanda la risposta che mi sono dato pur non avendo sufficienti esperienze riguardo alle altre regioni, è stato probabilmente no e il perché non è dovuto al fatto che l'offerta di eventi sia scadente (un certo pensiero logico vorrebbe che la gente è più partecipe là dove le occasioni sono più rare), in Romagna avviene l'esatto contrario, ovvero è proprio perché l'offerta di eventi è sovradimensionata che la gente è portata a frequentarli, si tratta di una questione che definirei di antropologia culturale e a tal proposito mi viene in mente un detto che usa da queste parti "quando chiedi da bere e ti offrono del vino allora sei in Romagna" una frase che serve per indicare l'ospitalità dei romagnoli ma anche che per i romagnoli fare festa è importante (il vino serve per "smollare" i freni inibitori) e a fianco dell'aspetto enogastronomico è necessario anche prendersi cura del così detto intrattenimento (di qualsiasi genere esso possa essere) cose che un romagnolo sa bene: perché può viverle sulla propria pelle frequentemente, perché con ogni probabilità lui stesso o qualcuno a lui molto vicino si occupa occasionalmente anche di questo. Tutto questo è dovuto certamente alla particolare posizione geografica delle Romagna posta di fatto a metà strada tra il meridione e il settentrione e una storica multiculturalità che la rende assimilabile a una metropoli pur mantenendo prevalentemente un'identità contadina. Tornando alle domande iniziali rimane da capire perché certi eventi culturali hanno un grande afflusso di pubblico (e si tratta di eventi con delle specificità particolari se non uniche in ambito nazionale...), innanzitutto è perché data l'ampiezza dell'offerta viene stimolato maggiormente il bisogno di inventare quel qualcosa in più , qualcosa che vada oltre la sagra paesana, la festa del patrono, la festa sociale/politica, ... che ovunque ma in maniera evidentemente minore si possono incontrare, qualcosa in grado di rendere l'evento in questione unico e particolare, se poi la gente li frequenta in massa (a seconda degli eventi si parla dalle migliaia alle decine di migliaia di persone) è perché esiste apprezzamento e riconoscimento per queste cose e soprattutto per chi si impegna a renderle possibili, il resto lo fa il passaparola che coinvolge tutti compresi chi si avvicina a questo mondo da fuori.
giovedì 25 giugno 2015
parlando a proposito della relazione tra eventi culturali partecipati e la Romagna
Qualche giorno fa ho partecipato alla prima serate di Padiglione Estate organizzato da e al Museo Carlo Zauli di Faenza, per l'occasione ere un incontro tra organizzatori di eventi culturali con grande afflusso di pubblico e a raccontare la propria esperienza era presente La Musica nelle Aie, L'Arena delle Balle di Paglia, Cinema Divino e La Cena Itinerante nel Distretto A, progetti che hanno saputo coniugare cultura e territorio effettuando un vero e proprio audience development. Ciò che mi è scaturito riguardo a questo incontro è stato quello di chiedermi quale relazione ci può essere tra questi eventi e il territorio in cui si svolgono, ovvero sono possibili al di fuori della Romagna? Perché? Alla prima domanda la risposta che mi sono dato pur non avendo sufficienti esperienze riguardo alle altre regioni, è stato probabilmente no e il perché non è dovuto al fatto che l'offerta di eventi sia scadente (un certo pensiero logico vorrebbe che la gente è più partecipe là dove le occasioni sono più rare), in Romagna avviene l'esatto contrario, ovvero è proprio perché l'offerta di eventi è sovradimensionata che la gente è portata a frequentarli, si tratta di una questione che definirei di antropologia culturale e a tal proposito mi viene in mente un detto che usa da queste parti "quando chiedi da bere e ti offrono del vino allora sei in Romagna" una frase che serve per indicare l'ospitalità dei romagnoli ma anche che per i romagnoli fare festa è importante (il vino serve per "smollare" i freni inibitori) e a fianco dell'aspetto enogastronomico è necessario anche prendersi cura del così detto intrattenimento (di qualsiasi genere esso possa essere) cose che un romagnolo sa bene: perché può viverle sulla propria pelle frequentemente, perché con ogni probabilità lui stesso o qualcuno a lui molto vicino si occupa occasionalmente anche di questo. Tutto questo è dovuto certamente alla particolare posizione geografica delle Romagna posta di fatto a metà strada tra il meridione e il settentrione e una storica multiculturalità che la rende assimilabile a una metropoli pur mantenendo prevalentemente un'identità contadina. Tornando alle domande iniziali rimane da capire perché certi eventi culturali hanno un grande afflusso di pubblico (e si tratta di eventi con delle specificità particolari se non uniche in ambito nazionale...), innanzitutto è perché data l'ampiezza dell'offerta viene stimolato maggiormente il bisogno di inventare quel qualcosa in più , qualcosa che vada oltre la sagra paesana, la festa del patrono, la festa sociale/politica, ... che ovunque ma in maniera evidentemente minore si possono incontrare, qualcosa in grado di rendere l'evento in questione unico e particolare, se poi la gente li frequenta in massa (a seconda degli eventi si parla dalle migliaia alle decine di migliaia di persone) è perché esiste apprezzamento e riconoscimento per queste cose e soprattutto per chi si impegna a renderle possibili, il resto lo fa il passaparola che coinvolge tutti compresi chi si avvicina a questo mondo da fuori.
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