Si ipotizzò che la macchina del tempo aveva un difetto, essa infatti, essendo un marchingegno che agiva sul piano fisico-materiale era in grado di trasferire i corpi e tutte le cose materiali per quanto infinitesimamente piccole, ma non era in grado di agire sulla mente e sulla coscienza, esse rimanevano nel presente.
Così che il passato o il futuro poteva essere raggiunto solo da un corpo, anatomicamente integro e meccanicamente funzionante, ma non in grado di agire, mentre nel presente continuava esistere qualche cosa di indefinibile (invisibile e incaptabile) formata da mente e coscienza, impossibilitata a compiere qualsiasi gesto perché priva di un corpo, ovvero di una fisicità col quale darne compimento.
Una situazione di non vita e di non morte in cui l'unica via d'uscita era la morte del corpo ovunque e quandunque esso si trovasse e la conseguente collocazione di quel qualcosa formato da mente e coscienza in un altrove.
Si da il caso però che essendo impossibile qualsiasi interazione esterna non fu mai possibile accorgesene, dimostrare questa ipotesi e nemmeno fu possibile dimostrare l'esistenza della macchina del tempo e del suo fallimento.
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