( ma france)
Oggi in Francia è festa nazionale perché si ricorda la presa della Bastiglia durante la Rivoluzione Francese e visto che la Rivoluzione Francese si può considerare La Rivoluzione a festeggiare non dovrebbero essere solamente i francesi ma un po' tutti, ma non è di rivoluzioni che voglio parlare qui ma del mio rapporto con la Francia, una nazione che ha accompagnato parte della mia vita diventando lo stato in cui ho vissuto più a lungo dopo l'Italia, pur non avendo con essa legami particolari e nemmeno infatuazioni. Alla Francia collego la prima lingua straniera che ho imparato a scuola, l'adolescenza vissuta nel mito di Le Roi Michel Platini, la classica barzelletta della “cocla che un s'apell ma u s'amàca” che solo noi romagnoli siamo in grado di capire. Poi più avanti negli anni dopo esserci persi per un po' io e Francia ci siamo ritrovati, la prima volta durante la JMJ97, esperienza col senno di poi non positiva ma certamente non per colpa della Francia e di Parigi che avrebbe meritato da parte mia maggiore attenzione, e nell'anno successivo quando in una situazione personale completamente diversa ho sperimentato le bellezza della Provenza e della Francia sud-orientale in piena solitudine respirandone a pieni polmoni odori, sapori e colori. Infine c'è che alla classica domanda: dove e quando saresti voluto vivere nel passato la mia risposta più probabile è nella Parigi a cavallo tra la fine del '800 e l'inizio del '900 nella veste di un pittore bohemien.
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