lunedì 3 gennaio 2011

sono contro

(la necessità del nemico)

L'inizio di questo 2011 invece di farci entrare definitivamente nel XXI° secolo ci sta precipitando in pieno Medio Evo ai tempi delle Crociate.
Probabilmente la tanto decantata Era dell'Acquario, che secondo alcuni dovrebbe portare l'umanità a vivere un periodo di solidarietà, democrazia e fratellanza non è per niente prossima o forse è necessario che ad anticiparla ci sia un periodo particolarmente regressivo e distruttivo.
Sta di fatto che storicamente l'Uomo ha necessità del nemico e ciò che lo caratterizza non è tanto la convinzione della validità delle proprie ragioni ma la certezza che esiste un altro che ha torto e quindi deve essere punito.
L'azione punitiva ha sempre anticipato o ha escluso totalmente l'opera di convincimento basato sul dialogo.
La religione in tutto questo ha la colpa maggiore in quanto è proprio dell'essere religione l'assoluto possedimento della giustezza, non esiste religione che contempla in se il dubbio dell'errore.
Credo però che riflettendoci su ci si possa rendere conto dell'improbabilità di un Dio che nel manifestarsi scelga un determinato popolo, scelga una determinata epoca, che a volte vada a dettare leggi che contrastano con la legge naturale, e gli esempi a cui fare riferimento sono molti, il ché non esclude affatto l'esistenza di Dio e nemmeno la validità delle sue manifestazioni.
Probabilmente bisognerebbe considerare la religione come fatto culturale e tradizionale dalla quale non sono immuni nemmeno i così detti atei che in realtà non esistono o meglio ciò che rifiutano non è Dio ma è la proiezione di Dio provocata dalla religione, generalmente si tratta di quella più vicina alla propria cultura e tradizione perché le altre non si sono mai approfondite ma in fondo l'adesione a una religione è una scelta che non si basa sul porre sui piatti della bilancia i pro e i contro.
Da notare anche la curiosità del fatto che quando immaginiamo eventuali esistenze extraterrestri, pensiamo a pianeti lontani abitati da un unico popolo, governati da un unica entità politica e fedeli a un unico Dio, assolutamente tutto ciò che non è la Terra e non è l'Uomo, forse in tutto questo è proiettato un inconscio desiderio di convergere tutti verso un “punto ideale”.
“Punto ideale” che però ognuno intende essere il proprio provocando in tal modo tutte le babiloniche incomprensioni possibili per cui penso che la situazione ideale si raggiungerà non nel momento in cui tutti saremo d'accordo ma quando riconosceremo la ragione anche nell'altro.

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