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I lavori di ristrutturazione proseguivano a rilento perché a Vallà non sempre c'era il sole e i quattro gatti malvolentieri lasciavano il loro rifugio.
A volte capitava che la pesca fosse particolarmente misera per cui anche il lancio della scatoletta di tonno non sortiva alcun effetto e quella era una mossa da effettuare con un certo riguardo per non destare sospetti da parte dei pescatori e e degli altri lupi di mare che bazzicavano lungo i percorsi del porto.
Solitamente la gente del porto mentre frequentava i moli era abituata a farsi i fatti propri, i luoghi deputati per le chiacchiere e i bisticci erano i bar e le taverne poste nei vicoli che si diramavano verso il centro città, ma Pavol raramente frequentava quegli ambienti preferendo passare le serate insieme a Julius e Aziz nel monolocale che avevano preso in affitto sopra a un negozio di ferramenta gestito da un anziano signore che indossava degli occhiali da vista dalle lenti spesse come fondi di bottiglie.
Il negozio di ferramenta, una piccola bottega dal sapore antico ma tenuta ben in ordine, in realtà era solamente una copertura, infatti dietro al bancone era posta una botola che tramite una scala ribaltabile permetteva di giungere fino ad un laboratorio in cui appena la saracinesca della ferramenta veniva abbassata, si intratteneva fino a notte fonda il' anziano negoziante mentre si dilettava in esperimenti alchemici, possedeva infatti conoscenze esoteriche tramandategli da generazioni in generazioni, un suo avo si dice fosse stato allievo di Trismegisto.
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