sabato 6 marzo 2010

sono questi stasera i migliori che abbiamo


(il selezionatore)

Nei festival musicali, in quelli caratterizzati da un concorso tra i partecipanti, che sia Sanremo (vabbè quello non è un festival musicale...) o un rock festival organizzato in una piccola frazione ci sono sempre dei “personaggi” che non mancano mai: il primo è il musicista, sotto forma a volte di solista o più frequentemente di band, il secondo è il giurato, colui che ha il compito di decretare il vincitore, a volte è interpretato da gente esperta del settore (o comunque con caratteristiche specifiche), altre da un pubblico eterogeneo, altre volte ancora a interpretarlo sono entrambe.
Apparentemente ci si potrebbe fermare qui, sul palco della commedia “festival musicale” la gente vedrà recitare solo questi due “personaggi”, ma in verità c'è anche un terzo che non entra in scena, a volte è sconosciuto anche agli altri attori (almeno a quello che recita il ruolo del musicista), è il selezionatore.
Il selezionatore è quel personaggio interpretato da uno o più organizzatori del festival, si potrebbe in un certo senso definire il regista, colui che con le sue scelte e le sue intuizioni può decidere il successo o il flop di ciò che si andrà a mettere in scena sul palco.
Se al giurato spetta il potere di proclamare il musicista che trionferà, quello che propone la musica migliore, il più bravo tra un numero ristretto di pretendenti, il potere del selezionatore è molto più grande e difficile, è un potere “di vita o di morte”, il potere di decidere se il musicista è degno di salire sul palco o di finire nel dimenticatoio dei tanti partecipanti al casting.
A me non è mai capitato di recitare la parte del musicista, non ne ho mai avuto l'occasione e l'attitudine, ma mi è capitato di fare o il giurato o il selezionatore e quando mi sono trovato a svolgere il ruolo del giurato mi sono sempre chiesto: “sono questi stasera i migliori che abbiamo?” e mi immagino le possibili reazioni dei musicisti, quelli che comunque hanno la possibilità di salire sul palco anche se alla fine non vincono, se non sono pieni di sé, sono in grado di accettare il verdetto e riconoscere che c'è un' altro migliore, sono in grado di farlo perché vedono.
Ma a chi viene escluso a priori che pensieri ronzano in testa? Delusione? Rabbia? Per questo quando invece interpreto il ruolo del selezionatore sono più teso perchè so già che deluderò qualcuno, gli negherò una possibilità (e una possibilità come si usa dire non la si nega a nessuno) ma so anche che non si può far altrimenti. 
E il peggio succede quando la scelta si fa difficile perché la qualità generale è buona e per raggiungere il numero giusto di quelli che saliranno sul palco ci si dovrà appellare a cavilli e sfumature, sperando fino all'ultimo di non aver preso delle cantonate, per poter dire alla fine: “Sì, sono questi stasera i migliori che abbiamo!”.



1 commento:

silvia ha detto...

è così vero quello che scrivi. la sensazione di non dare una possibilità è dolorosa. e lo scontetare qualcuno non fa parte di te, di noi. solo le regole proteggono, ma non il nostro essere.