(il mostro del lago)
in questi giorni non ho potuto fare a meno di seguire il Festival di Sanremo, ovviamente con lo streaming di Rai1 a volume zero per ascoltare i commenti della banda di Macchiaradio e a leggere i vari liveblog dai post dissacranti.
L'anno scorso a conclusione del Festival, intitolai il mio post “il paese è reality” facendo una semplice “filologia” sul fatto che la gente vota Berlusconi e vota ciò che per la critica (cioè chi capisce) ha poco valore.
Quest'anno è andata pure peggio perchè la gente ha premiato in maniera spudorata ciò che già conosceva grazie alla tivù e in quest'ottica l'eliminazione preventiva di Morgan (anch'egli ormai personaggio televisivo) sembra pensata a tavolino perchè non si poteva rischiare la vittoria di un vero artista, benché dovuta a meriti tutt'altro che musicali.
La colpa ovviamente è un po' di tutti, di chi ha deciso questo regolamento, di chi ha partecipato al gioco (la gente televotante) e anche di chi ha criticato e non ha mosso un dito per boicottare questo sistema.
Sì, perchè a questo punto l'unica cosa da fare è boicottare, non come gli orchestrali protestanti che è sembrata più una cosa organizzata , valà che se erano incazzati veramente prendevano su e se ne andavano e lì sì che succedeva il casino, non come quelli che dicono “è la solita roba, io non la guardo, bla bla bla” e si tengono a debita distanza, ma boicottare come Partigiani della Musica che vanno là dov'è il nemico e sparano.
Bisognerebbe cominciare col pretendere di conoscere i nomi e i brani di tutti quelli che si sono proposti a partecipare così da scoprire se la giuria selezionatrice ha scelto veramente i migliori possibili, bisognerebbe cominciare a giocare e farlo in maniera pesante proponendo e riproponendo fino allo sfinimento altra musica, altro modo di intendere la musica, rifiutando ogni logica attuale e ogni compromesso da leccapiedi.
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