giovedì 9 ottobre 2014

la teoria delle finestre rotte è una boiata pazzesca





la teoria delle finestre rotte 

Innanzitutto l'esperimento delle due automobili abbandonate in due diversi quartieri, con caratteristiche socioeconomiche diametralmente opposte rivela soltanto che nel quartiere povero la gente coglie l'opportunità esvolge un'azione di riciclo e smaltimento mentre in quello ricco la gente è totalmente indifferente. Solo dopo che c'è un inizio di danno si scatena un azione di vandalismo (annoiato vandalismo) senza per altro indicare se anche in quel caso c'è un intento di riutilizzo. La teoria delle finestre rotte o della tolleranza 0 è di fatto tutta un'altra cosa che non ha nessuna relazione con l'esperimento precedente, è una teoria che apparentemente ha una sua logica e una sua validità ma bisogna capire qual'è l'ambito in cui viene praticata, se si tratta della sfera intima personale può essere considerata come un codice di vita che però rischia di trasformarsi in ossessione se non prevede nessun margine di libertà. Se invece la consideriamo come teoria da applicare a livello sociale (amministrativo/legislativo) bisognerebbe distinguere tra il non curarsi dei problemi e crearne di nuovi tramite la così detta tolleranza 0 che tradotto in pratica vuol dire che non è più permesso niente tranne quello stabilito dal potere vigente (ovvero ciò che accade in una dittatura). Piuttosto che di tolleranza 0 sarebbe più corretto parlare di prevenzione, coinvolgimento, possibilità. Prevenzione ovvero evitare il degrado creando le condizioni affinchè non abbia possibilità di avverarsi  e ciò può essere fatto principalmente con il coinvolgimento delle persone interessate  responsabilizzandole ma per far ciò e anche necessario offrire a loro delle possibilità ovvero dei margini di libertà in cui poter agire, quindi di fatto non più una tolleranza 0 ma una tolleranza X. Alcuni esempi: il divieto di scrivere su un muro prima o poi ottiene il risultato che qualcuno si ribella e fa il suo scarabocchio deturpando il muro in questione, mentre con la possibilità di scrivere si ottiene l'effetto contrario,  primo perché cambia radicalmente il modo di pensare e percepire le cose, secondo perchè è più probabile  un sussegurisi di trasformazioni che renderebbero quel muro una cosa viva (certo ci sono muri (palazzi storici, monumenti, luoghi di culto) che dovrebbero essere preservati e qui è giusta la sanzione ma è un altro discorso dalla tolleranza 0). Lo stesso si può dire sul divieto di svolgere attività fuori da certi spazi e oltre certi orari che pone il rischio della così detta desertificazione dei luoghi, desertificazione che spesso è propedeutica al degrado. Mentre al contrario permettere di fare certe cose, stabilendo sì delle regole ma che permettano un certo margine di libertà (quindi un'altra volta tutto il contrario del concetto di tolleranza zero) ciò che si riesce è a ottenere è che quel luogo sia frequentato, vissuto quindi socioecomomicamente attivo. In conclusione la precezione di degrado è una percezione del tutto soggettiva che dipende dalle condizioni socioeconomiche e dal retaggio culturale dell'individuo e non è affatto detto che sia meglio far prevalere la tolleranza 0 piuttosto che la tolleranza X.

1 commento:

Mikromedia ha detto...

Sono pienamente daccordo.
La teoria delle finestre rotte non è da mettere in correlazione con la tolleranza zero, ma con l'aver cura delle proprie cose.
Sono convinto che se il proprietario non cura le proprie cose, nessuno lo farà per lui e anzi qualcuno si sentirà in diritto di sostituirsi al proprietario latitante.
Insomma non repressione dittatoriale, ma aver a cuore la propria vita.
La teoria quindi deve interrogare in primis gli amministratori pubblici ed in seconda battuta ogni cittadino.
Continuare a fregarsene delle "COSA" pubblica ed anzi cercare di "ACCAPARRARE" il più possibile è una soluzione all'italiana che non ha più spazio in Europa e nel nuovo mondo civile.