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“Ciao bambina!”
“Buonagiornata signore anziano coi baffi spioventi e ragazzino dalla pelle nera!”
Finalmente incontrarono qualcuno con cui parlare, si sarebbero sentiti più tranquilli se fosse stato un adulto ma comunque in quei casi non è il caso di fare troppo gli schizzinosi e così Pavul domandò alla piccola se li vicino ci fosse una città, la bambina rimase un attimo ammutolita poi si avvicinò a Julius e prendendogli la mano lo accompagno fino a dieci metri più in là dove c’ era una bicicletta da grandi abbandonata e indicando oltre disse
“Là”
Julius tornò verso Pavol in sella alla Bici con la bimba che gli stava a ruota col suo triciclo
“Questa piccolina qua, dice che si va di là, per trovare una città, noi si va, noi si va! “
e dicendo così prese a pedalare in tutta lena nella direzione indicata dalla bambina.
“Aooooooooooh! E aspetta”
Urlò più forte possibile Pavol mentre provava a salire sul cannone del triciclo per raggiungere Julius.
Ci misero tutta la notte ma alla fine sopraggiunsero a Modunvetdigiù: essa si estendeva oblunga attorno a un largo viale alberato detto Lo Vialone che non era altro che la continuazione dell’ autostrada, sul Lo Vialone si affacciavano case monofamiliari di uno, due o tre piani a seconda della condizione economica degli inquilini, in fondo, posto attorno a una rotonda in mezzo al mare collegata tramite ponte levatoio con il fondo del Lo Vialone si dipanava a mò di raggera il centro comercialculturalmunicipalsportivo di Modunvetdigiù.
Là Pavol e Julius trovarono chi li avrebbe aiutati a tornare a Vallà, era un pescatore calvo, senza un occhio e balbuziente, invitò i due a salire sul suo peschereccio e partirono per la pesca al merluzzo dorato.
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