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Pavol e Julius intanto erano arrivati sul ciglio dell’ autostrada e lì cominciarono a sbracciarsi per ottenere un passaggio verso la città più vicina, il traffico di Modunvet era del tipo a partenza intelligente ovvero, i monduvettani si mettevano alla guida dei lori mezzi soltanto dopo che alla radio sentivano dire che le strade erano sgombre e che non c’era un filo di nebbia cosi che appena partiti erano costretti a fermarsi perchè la radio annunciava ingorghi, tamponamenti e nebbia fitta nel tratto tra Modunvetdisu e Modunvetdigiù le due metropoli che si trovavano agli estremi del subcontinente.
“da che parte si va? Per di quà per di là ovunque si andrà ci sarà una città?”
Julius chiese delucidazioni a Pavol che meditabondo passeggiava su e giù fianco al guardrail.
“Aspettiamo ancora un po’, poi accendiamoci un falò, chi lo vede poi dirà ma cosa succede là? Incendiamo un po’ di arbusti qua ce n’ è per tutti i gusti”
Ogni tanto l’ indole piratesca di Julius saltava fuori ma questa volta a Pavol parve una buona idea così prese dalla tasca la scatola dei fiammiferi e senza guardarsi attorno lo gettò incendiato verso un cespuglio secco, poi fischiettando un motivetto siux che aveva imparato all’ asilo si mise a ballare in cerchio provocando un acquazzone improvviso che spense subito il fuoco.
Pavul si frugò in tasca per prender un altro fiammifero ma quello che aveva appena usato era l’ ultimo
“Hai da accendere?”
“No! però proverò a tàmburar per un po’, sul guardrail sentirai il mio ritmo e non dirai, presto smetti mi hai già rotto, perché tanto non mi blocco”
e Julius prese a rullare sul guardrail provocando una vibrazione che si propagò fino alle due città.
I sismografi segnalarono terremoto della 5° grado, epicentro: il ciglio dell’ autostrada, stavano per accorrere la guardia nazionale e duemilanovecentoquarantatre televisioni locali,ma a causa del traffico intenso non arrivò nessuno tranne una bambina sul suo triciclo che passava di là per caso.
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