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Finalmente l’ ultimo millimetro di ferro che chiudeva l’ anello fu limato via, a quel punto il galeone era libero di scivolare sulle onde, Pavol Tricheco corse al timone mentre Julius Lingua veloce salì di vedetta per vedere se c’ erano pericoli all’ orizzonte, ma i pericoli stavano sopraggiungendo da molto più vicino, infatti alla taverna di Barbachiara si stavano pagando i conti e tra pochissimo sarebbero usciti, Torquato detto L’ ungolato prima di tutti e se il Galeone era ancora troppo vicino al molo sarebbero stati guai seri.
Issate le vele, il galeone cominciò a muoversi lentamente, facendo scivolare la ferrea catena in fondo al mare, il sole stava schiarendo il cielo e alla taverna di Barbachiara girava per l’ ultima volta il disco de “La nona” quando i fratelli Banzai aprirono la porta col “doppio calcio del somaro che fa il somaro che non ne vuole proprio sapere di fare il somaro” per far passare Torquato detto L’ ungolato, la poppa del galeone si trovava proprio lì davanti.
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.. i pirati!!!!!!!!!!!!!!!!”
l’ urlo isterico di Torquato detto L’ ungolato rimbombò per tutta l’ isola di Tottura.
Per una frazione di secondo lo sguardo di Pavol Tricheco incrociò quello di Torquato detto L’ ungolato, nel primo era disegnata la soddisfazione di essere riuscito a fregare il galeone al corsaro più temuto, nell’ altro tutto l’ odio verso colui che aveva osato fare un simile affronto al corsaro più temuto.
Le lunghe unghie smaltate color cerasa del corsaro Torquato detto L’ ungolato ferirono a fondo la porta lignea della taverna.
“Damigiana?….i sali, presto i sali, sbrigati per il tesoro di Zio Paperoneee!”
Damigiana, il fedele secondo di Torquato detto L’ ungolato prese dalla tasca interna della giacca una bottiglietta e la fece annusare a Torquato detto L’ ungolato che nel frattempo era stramazzato al suolo, svenuto.
Il galeone rubato da Pavol Tricheco e Julius Lingua veloce oltrepassò lo stretto che divideva la laguna di Saint Arembage col mare aperto e si diresse deciso verso nord, nord-est, nord-ovest (beh!…Pavol Tricheco era esperto di transatlantici a motore, mica di galeoni a vela), dove un tempo gli avi di Pavol Tricheco cominciarono a popolare il mondo.
“Ooooooooooooooh,dimmi,dove si va,che si fa, qui con questa roba qua, la teniamo, la buttiamo, dentro al mare la gettiamo, guarda qui, cosa c’ è, un servizio per il tè, in un altro cassettone c’ ho trovato, un panettone, c’ho fame, me lo magno col salame!”
Julius Lingua veloce parlava mentre scazzagnava nella dispensa del galeone, essendo il più piccolo non aveva mai avuto il diritto di accedervi, gestire la dispensa era compito di Kabul, il cuoco, nonché di Torquato detto L’ ungolato a cui, essendo il capo era permesso tutto.
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