mercoledì 22 ottobre 2014

venerdì 17 ottobre 2014

quale sarà la capitale?



Non lo so qual'è il criterio per designare la capitale europea della cultura e  tra le sei candidate: Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna, Siena conosco solo Ravenna. Perugia e Siena le ho visitate di sfuggita mentre le altre tre mi sono completamente sconosciute (tranne ovviamente quelle informazioni a disposizione di chiunque). 3 città sono del sud che può essere un vantaggio se un criterio sarà quello geografico considerando che in passato le capitali europee della cultura in Italia sono stare sempre al centronord. Cagliari è tra le candidate la città più grande quindi anche con molte potenzialità e ha tutta una regione come la Sardegna a supporto, se devo trovargli un difetto non conoscendola affatto posso ipotizzare che sia quello della difficoltà a raggiungerla. Lecce è in una posizione interessante, è un ponte tra l'Europa e il Medioriente, culturalmente potrebbe avere un senso ma non so se ha la forza per sostenere il compito di essere capitale della cultura europea anche se la Puglia in questi ultimi anni culturalmente è stata molto attiva. Matera è unica, ma a me sembra che possa contare solo sul "fascino di Cenerentola", la città piccola in una terra povera che diventa capitale europea della cultura ...può succedere ma non credo che ci si possa basare solo sul questo, servono anche delle basi da cui partire, delle infrastrutture che non mi sembra esistano. Perugia e Siena sono entrambe città del centro italia ed hanno avuto il massimo dello splendore più o meno nella stessa epoca, sono ricche di storia e di cultura, forse Perugia ha quel qualcosa in più dato dall'essere il capoluogo della propria regione e di giocare la partita con l'alleanza di una città come Assisi, ma non saprei proprio chi tra le due merita di più, forse il fatto di essere delle città medie  in tutti i sensi gli gioca un po' contro. Ravenna è tra le candidate la città più al nord ma neanche troppo, è l'unica che può vantare nella sua storia di essere già stata una capitale ma conoscendola meglio delle altre posso dire che presa da sola non merita di essere la capitale europea della cultura mentre se viene considerata come riferimento di un territorio più ampio cioè la Romagna ha secondo me tutte le potenzialità per esserlo, effettivamente per la candidatura di Ravenna è stata coinvolta tutta la Romagna e questo fa ben sperare ma a mio parere è mancata proprio l'ufficializzazione della cosa, penso a quello che è successo negli anni passati con Essen-Ruhr nel 2010  o Marsiglia-Provence nel 2013, ecco candidarsi come Ravenna-Romagna2019 aveva più senso. Ma chissà a cosa guarderà la commissione giudicatrice, credo che alla fine dipenderà se la scelta sarà tra un premio per quanto fatto finora o se sarà uno stimolo per fare quello che non è ancora stato fatto.

mercoledì 15 ottobre 2014

#iostocondonluca


La storia è questa: c'è un prete che accetta di ospitare una famiglia (due ragazzi giovani, con due bambine piccole e la nonna anziana a cui hanno amputato una gamba) facendoli abitare in due roulotte sistemate all'interno di un cortile facente parte degli ambienti parrocchiali e prendendosi cura di loro insieme ai parrocchiani volenterosi.  Questo accade già da un po' di tempo.  Poi c'è una consigliera comunale che ha deciso di denunciare il prete alla Procura per il semplice motivo che questa cosa di ospitare delle persone nelle roulotte andrebbe contro una legge regionale. Sull'argomento ovviamente si è acceso un interessante dibattito nei social network, c'è chi è solidale col prete e lo fa principalmente tramite l'hashtag #iostocondonluca e chi è contro o meglio in realtà nessuno dice di essere apertamente contro il prete, lo critica solo perché sta facendo una cosa contro la legge e per questo va punito anzi ad essere punito dovrebbe essere il sindaco che non sta facendo rispettare quella legge (nota a margine: a primavera ci saranno le elezioni amministrative e l'opposizione o meglio le opposizioni,  perché in campo ci sono già almeno 5 candidati sindaci più l'attuale, hanno preso la rincorsa per la campagna elettorale molto lunga). La cosa curiosa è che tra chi critica il prete ci sono persone dichiaratamente credenti che lo accusano di essere in combutta coi cattocomunisti mentre a sostegno si trovano persone non proprio chiesaiole, c'è anche chi in un impeto di genialità è stato capace di affermare che un prete deve compiere la sua missione nel rispetto prima della legge poi della dignità umana ed in ultimo dei valori della chiesa. Oh! a me sembrava che doveva funzionare al contrario ovvero che per un prete prima vengono i valori della chiesa (che poi sarebbero insegnati da Gesù Cristo nel Vangelo), poi quelli della dignità umana (ma questi dovrebbero valere per chiunque) infine deve essere ligio alla legge del posto in cui abita, una legge che potrebbe anche essere non conforme o addirittura contraria ai primi due presupposti e nel caso un prete ha il dovere morale di essere un fuorilegge fino al punto di accettarne le conseguenze che in situazioni estreme si chiama martirio, ma non mi pare sia il caso di una legge regionale che secondo me potrebbe essere considerata in contrasto o perlomeno subordinata agli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana. Il fatto che ci sia gente che al solo leggere la parola zingari dà libero sfogo a tutto il pregiudizio razzista di cui è dotato resta ai fini della storia marginale. 

giovedì 9 ottobre 2014

la teoria delle finestre rotte è una boiata pazzesca





la teoria delle finestre rotte 

Innanzitutto l'esperimento delle due automobili abbandonate in due diversi quartieri, con caratteristiche socioeconomiche diametralmente opposte rivela soltanto che nel quartiere povero la gente coglie l'opportunità esvolge un'azione di riciclo e smaltimento mentre in quello ricco la gente è totalmente indifferente. Solo dopo che c'è un inizio di danno si scatena un azione di vandalismo (annoiato vandalismo) senza per altro indicare se anche in quel caso c'è un intento di riutilizzo. La teoria delle finestre rotte o della tolleranza 0 è di fatto tutta un'altra cosa che non ha nessuna relazione con l'esperimento precedente, è una teoria che apparentemente ha una sua logica e una sua validità ma bisogna capire qual'è l'ambito in cui viene praticata, se si tratta della sfera intima personale può essere considerata come un codice di vita che però rischia di trasformarsi in ossessione se non prevede nessun margine di libertà. Se invece la consideriamo come teoria da applicare a livello sociale (amministrativo/legislativo) bisognerebbe distinguere tra il non curarsi dei problemi e crearne di nuovi tramite la così detta tolleranza 0 che tradotto in pratica vuol dire che non è più permesso niente tranne quello stabilito dal potere vigente (ovvero ciò che accade in una dittatura). Piuttosto che di tolleranza 0 sarebbe più corretto parlare di prevenzione, coinvolgimento, possibilità. Prevenzione ovvero evitare il degrado creando le condizioni affinchè non abbia possibilità di avverarsi  e ciò può essere fatto principalmente con il coinvolgimento delle persone interessate  responsabilizzandole ma per far ciò e anche necessario offrire a loro delle possibilità ovvero dei margini di libertà in cui poter agire, quindi di fatto non più una tolleranza 0 ma una tolleranza X. Alcuni esempi: il divieto di scrivere su un muro prima o poi ottiene il risultato che qualcuno si ribella e fa il suo scarabocchio deturpando il muro in questione, mentre con la possibilità di scrivere si ottiene l'effetto contrario,  primo perché cambia radicalmente il modo di pensare e percepire le cose, secondo perchè è più probabile  un sussegurisi di trasformazioni che renderebbero quel muro una cosa viva (certo ci sono muri (palazzi storici, monumenti, luoghi di culto) che dovrebbero essere preservati e qui è giusta la sanzione ma è un altro discorso dalla tolleranza 0). Lo stesso si può dire sul divieto di svolgere attività fuori da certi spazi e oltre certi orari che pone il rischio della così detta desertificazione dei luoghi, desertificazione che spesso è propedeutica al degrado. Mentre al contrario permettere di fare certe cose, stabilendo sì delle regole ma che permettano un certo margine di libertà (quindi un'altra volta tutto il contrario del concetto di tolleranza zero) ciò che si riesce è a ottenere è che quel luogo sia frequentato, vissuto quindi socioecomomicamente attivo. In conclusione la precezione di degrado è una percezione del tutto soggettiva che dipende dalle condizioni socioeconomiche e dal retaggio culturale dell'individuo e non è affatto detto che sia meglio far prevalere la tolleranza 0 piuttosto che la tolleranza X.

lunedì 6 ottobre 2014

ora scambiatevi un segno di baci

(incubi che si ricordano)

Ho partecipato ad una messa nella quale il sacerdote celebrante oltre ai classici paramenti indossava un cappello a cilindro, nero e una maschera da medico della peste, bianca. La messa era assolutamente una messa normale ma giunto al momento stabilito dalla liturgia il celebrante ha preso un turibolo e aspergendoli ha esortati i partecipanti con questa frase "ora scambiatevi un segno di baci" e tutti , me compreso, hanno cominciato a scambiarsi abbracci e affettuosi baci sulle guance.