sabato 11 febbraio 2012

a cosa serve un giornale oggi?


(non molto in verità)


Tra le notizie di questi giorni, nascosta tra un'allarme neve, un'infelice battuta governativa e la solita cronaca c'è quella della chiusura a cui sta andando incontro Il Manifesto.
Io non voglio parlare della questione specifica, dei come e dei perchè,
non conosco l'argomento in maniera adeguata e potrei dire la mia solo in base a fattori emozionali, beh sì per un po' Il Manifesto l'ho acquistato
e letto volentieri e poi abbiamo la stessa età, quindi ciò non mi è affatto
indifferente, tuttavia...
Tuttavia da un certo momento ho smesso l'abitudine di comprare qualsiasi quotidiano, decretando la fine di un rito importante a cui ho adempiuto di tanto in tanto tramite l'acquisto contemporaneo di più giornali, un rito importante ma ormai non più necessario.
Ecco, io credo che al giorno d'oggi non sia più necessario comprare un quotidiano, non lo è dal punto di vista economico e non lo è dal punto di vista informativo e lo dico rendendomi conto che questa possa sembrare una visione egoistica del problema che non tiene conto di certe conseguenze.
In questo periodo di crisi economica, mancanza di lavoro, ecc... scegliere di risparmiare può essere un primo passo per arrivare a fine mese, ognuno lo può fare come meglio crede, per me ad esempio lo è non spendendo una cinquantina di euro al mese in fogli di carta scritta che nonostante tutta la buona volontà che ci possa mettere non leggerò mai tutta, in un certo senso è lo stesso discorso che si può fare sull'eccesso di confezionamento riguardo certi prodotti alimentari.
Non leggerò mai un quotidiano tutto intero, perchè è praticamente impossibile che possa essere interessato a tutto ciò che vi è scritto ed è impossibile perchè per farlo è necessario prendersi del tempo e non sempre lo si ha a disposizione, quindi dell'Euro e passa che spenderei fermandomi in edicola una parte più o meno consistente risulterebbero per le mi finanze soldi buttati.
Comprare un quotidiano ha anche una controindicazione dal punto di vista informativo, nel senso che una notizia letta magari alla sera, può già risultare vecchia e superata e questo è sempre stato così ma una volta non c'era modo di rendersene conto, una volta c'era il giornale che si comprava alla mattina e il telegiornale che si guardava alla sera, poi basta, mentre ora dalla televisione possiamo essere informati su qualsiasi evento e sulle sue evoluzioni, ventiquattrore su ventiquattro e soprattutto c'è internet con tutte le possibilità che è in grado di offrirci.
Sì, la morte dei giornali quotidiani, così come li conosciamo da oltre un secolo credo possa essere decretata semplicemente dal nuovo modo di sapere le cose che l'avvento di internet ha prodotto in molti di noi.
Ora sono in grado di essere informato in tempo reale su tantissimi eventi, posso farmi un'opinione più ampia possibile attingendo a più fonti e posso farlo in breve tempo, sia che possa condividerne le tesi
sia che, al contrario, le ritenga sbagliate.
Appare evidente, che dal punto di vista informativo e anche dal punto di vista culturale, con queste condizioni, non viene a mancare assolutamente nulla (in verità tutto si amplifica) rendendo l'acquisto del giornale quotidiano un'esercizio superfluo.
Tutto questo è un bene? per il momento credo che lo sia e in tutta quanta la sua evidenza (perfino ecologicamente parlando col consumo di carta ridotto), certo il ruolo del giornalista va in qualche modo tutelato (quello del giornalista come lavoratore professionista intendo) e
dovrà essere necessario trovare un modo per farlo.
D'istinto direi che già l'esistenza e la sopravvivenza di periodici di
approfondimento è ben più giustificata e necessaria, può essere
una possibilità per molti quotidiani trasformarsi in periodici?
dedicandosi al quotidiano e all'immediato solo in modalità online?
tagliando in questa maniera vari costi.
Può essere un'ipotesi abolire un ormai obsoleto canone rai, dirottando quei soldi in un ipotetico "canone internet" rivolto ai siti che fanno informazione e cultura (ovviamente in maniera professionistica e in tal senso giustamente retribuita)?
Lo so non può essere tutto così semplice, ma io domattina non posso sentirmi in colpa se qualche quotidiano sta per fallire e io non sono andato in edicola a comprarne una copia per evitare tutto ciò, vivo nel ventunesimo secolo e in epoca di crisi, posso conoscere le cose del mondo nella maniera che ritengo più giusta per me.