mercoledì 12 gennaio 2011

e viaz

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Nello stesso periodo, Pavol Tricheco era tornato stabilmente a frequentare il porto, al molo diciassette era attraccato ormai da alcuni mesi un galeone quasi completamente verniciato di rosso, nessuno era mai riuscito a salirci sopra perché quattro misteriosi gatti dal pelo color sangue come diavoli minacciavano con gli artigli ben in mostra fuori dai cuscinetti chiunque tentasse di avvicinarsi.
Correva nel frattempo tra la gente del porto la fola che la notte dall'interno del Galeone si intravedevano 4 ombre apparentemente umane, tre uomini e una donna tenersi per mano attorno a un tavolino tondo sul quale appariva sospesa una strana sfera verde e luminosa.
Pavol era l'unico a cui era permesso salire sul galeone, ma poteva farlo solo di giorno, quando c'era il sole e mai quando pioveva o minacciava acqua.
C'era un tacito accordo tra lui e i quattro gatti, all'ora stabilita da loro lui doveva trovarsi sul molo e aprire una scatoletta di tonno, quello era il segnale, in fila ordinata per lignaggio i quattro gatti abbandonavano il galeone e si scapicollavano addosso a Pavol che ancora teneva in mano la scatoletta di tonno con la linguetta appena sollevata, bastava una mossa repentina tipo lanciare la scatoletta nel peschereccio a fianco pieno del pesce appena pescato e il gioco era fatto, tre balzi per salire sul galeone, sollevare la passerella che lo collegava alla terraferma e mettersi a lavorare con sega e martello per cambiarne i connotati con una certa tranquillità.
Aveva già ristrutturato quella che era la cabina di Torquato L'unghiato eliminando per cominciare quei pacchiani dagherrotipi che lo ritraevano nel pieno delle di lui gesta e aveva riconvertito la dispensa a sala macchine, sperando un giorno di trovare il motore in grado di smuovere quel galeone che nel progetto di Pavol Tricheco doveva diventare una motonave.