martedì 31 agosto 2010

cambio vita

(o per lo meno ci provo)

si chiude un ciclo, si ricomincia e non è un tornare indietro è un ripartire da un livello più alto come fosse una spirale, una scala a chiocciola senza scorrimano e protezione

giovedì 19 agosto 2010

e viaz


(23)

La mattina dopo, quando tornò il maggiordomo, Aziz era disteso a bocconi sul divano, la ferita alla spalla versava ancora sangue e il collo presentava l’ evidente segno di una strisciata proprio all’ altezza della giugulare destra, russava di russo affannoso, come se il sogno che stava vivendo fosse il più terribile degli incubi infantili.
Lo svegliarono il chiacchiericcio dei poliziotti chiamati in tutta fretta dal maggiordomo.
C’ era chi cominciò a prendere le misure,un poliziotto molto sveglio notò un foro proprio nel quadro di fronte alla porta, un quadro che rappresentava una tenda tuareg nel deserto del Sahara in una notte di luna piena e proprio la luna mancava, al suo posto il foro fatto dal proiettile che sfiorò Aziz, l’ altro dopo aver trapassato la spalla cadde a pochi metri potandosi dietro brandelli di carne.
Alcuni poliziotti cominciarono a ispezionare tutta la casa, rovistando in tutti i cassetti e in tutti gli armadietti, non lasciarono nulla a posto, ridendo tra loro delle mutande da uomo che un lavaggio sbagliato rese rosa, c’erano, poi, anche dei poliziotti che insieme a dei cani si misero a perlustrare tutto il campo.
Portarono Aziz all’ ospedale, dove un equipe di chirurghi era stata allertata, l’ operazione durò poco meno di due ore, al risveglio Aziz trovò Fatima sua moglie, l’ ispettore Manetta e il vicesottosegretario del ministro addetto alle relazioni con gli ambasciatori dell’ area mediorientale per un più proficuo dialogo socioeconomico con quell’ area del globo terracqueo.
"Sel suses?"
Domandò Aziz appena si svegliò
"Alora? Un scor inciò?"
Tutti rimasero a bocca chiusa e si guardarono negli occhi
"Ciò! purtim ben qui quel da bé c ai ho na sed c an spud piò"
E per farsi capire meglio fece il gesto di portarsi la mano semi chiusa alla bocca
"Portategli un bicchier d’ acqua!"
gridò Fatima alle infermiere
"A vòi de ven! Ross"
Precisò Aziz nella sua nuova lingua che nessuno comprendeva

mercoledì 18 agosto 2010

robe di k

(nulla da dichiarare?)

No, non mi rattrista la morte di Cossiga, mi riservo di farlo per altri che stimo cento volte di più.
Cossiga ha detto e ha fatto di tutto ma fatico a ricordare qualcosa di particolarmente positivo.
Cossiga era solo un servitore dello Stato nell'accezione negativa che si può dare al concetto di Stato, altri si servono dello Stato e non ho dubbi a pensare cosa sia peggio.

Il meglio al riguardo, come spesso succede qui

sabato 14 agosto 2010

ricominciare


(dov'ero rimasto?)

C'è un tempo per smettere e uno per cominciare, parafrasando il Qohelet, ma più che cominciare a me basterebbe ricominciare, almeno è questo è il bisogno che sento in questo periodo autunnale e malinconico.
Ci sono certe cose che ho smesso di fare da un po', altre che periodicamente riprendo e poi regolarmente smetto, cose più o meno importanti ma che comunque hanno fatto parte del mio percorso vitale.
Alcune cose dipendono esclusivamente da me, dalla mia voglia, dalla mia ispirazione, tipo ricominciare a disegnare (mai fatto abbastanza seriamente...purtroppo) ricominciare a scrivere (leggasi riprendere “e viaz”), ricominciare a fumare... vabbè non è che sia mai stato un gran fumatore, diciamo che mi piace farlo con gusto e quello delle banali sigarette non me l'hanno mai dato, di gran lunga la mia preferenza è sempre andata a sigari o sigarini da gustarmi in perfetta solitudine davanti a un cielo stellato mentre i pensieri vengono ruminati, ora il bisogno di devasto mi ha fatto riprendere in mano la pipa con una certa frequenza e costanza, sembra sia la volta buona.
(e intanto C ha smesso con le sigarette dandosi al tabacco sfuso: risultato risparmio economico e improvviso calo della quantità di roba fumata).
Ci sono cose che invece non dipendono solo da me ma anche da altra gente, da qualcuno di cui magari non ho notizie da molto tempo, si tratta solo di trovare il modo per riprendere il contatto,
o di scoprire qualcosa che mi rifaccia cambiare idea.

giovedì 12 agosto 2010

e viaz

(22)

Aziz era fatto così, quando si metteva a parlare avrebbe insivornito anche il diavolo se gli si fosse parato davanti.
Col tempo ala sua tecnica si era perfezionata, almeno tanto quando la sua agilità a muovere le dita sulle corde del violino, ben presto fu chiamato dagli uomini più potenti del pianeta affinché mettesse le proprie qualità al loro servizio, Aziz non disdegnò mai quel periodo in cui divenne sufficientemente ricco da potersi permettere una villa di tre piani con bunker antiatomico e un terreno di svariati ettari in cui si poteva coltivare dal dattero alla pera volpona, pera volpona che tra l’ altro scoprì proprio grazie all’ amicizia con Pavol Tricheco.
Fu la notte in cui suonarono al cancello della villa, il maggiordomo quel giorno aveva chiesto un permesso e Aziz aprofittando del fatto che in casa non ci fosse nemmeno sua moglie, pensò bene di dare una lucidatina al pavimento della cucina.
 Non risparmio nessuna piastrella, ad ognuna diede un abbondante dose di cera che ci si sarebbe potuti specchiare per almeno due settimane, si era messo lì tranquillo vicino ai fornelli a scaldarsi il tè alla menta, come gli aveva insegnato a fare sua madre, che sentì suonare.
-Che strano…suonano a quest’ ora-
pensò
-e chi sarà mai a quest’ ora?-
Pensò
-Arrivo!-
gridò
ma nessuno rispose, qualcuno si limitò a risuonare il campanello
-Ho capito, arrivo!-
Rigridò Aziz mentre accendendo la luce di fuori aprì la porta di quel tanto per vedere chi mai fosse a suonare così insistentemente a quell’ ora di notte.
Vide solo due ombre scure al di là delle sbarre del cancello ,due grandi, enormi ombre scure chiamare:
-Aziz Bin-Moah !-
-Sìì ?-
fece Aziz aprendo meglio la porta, vide solo i due lampi partire dalle due ombre, i proiettili lo colpirono alla spalla sinistra e gli sfiorarono la giugulare, cadde a terra tramortito, le due ombre sgommarono via a tutta velocità su una enduro bianca, probabilmente soddisfatti della loro azione.
Aziz si riprese e tenendosi la spalla sinistra, che grondava sangue, chiamò aiuto al telefono ma non gli riuscì di spiccicar parola.

domenica 1 agosto 2010

luglio

(col bene che ti voglio)

il mese che non ho indovinato le prime 4 del mondiale, ma poi alla fine va bene così che soldi non ne ho persi e la Spagna mi sta pure simpatica
il mese che hanno fatto un buco in testa a mamma per sistemarla (la testa mica la mamma), che a me non piaceva mica tanto l'idea però adesso sta meglio almeno così dice e pare e allora va bene così
il mese con tanta musica bella, meno bella comunque sempre musica e perciò mai brutta
il mese che mi ero illuso finisse diversamente e invece è un' altra volta inverno.